Le opere ospitate in centinaia e centinaia rivestiranno le pareti del vascio-laboratorio di Via San Domenico Soriano 34, rivestiranno perché è questa è la sensazione che le opere danno, a memoria della vecchia tradizione napoletana delle riggiole, come spiegano gli artisti -curatori della manifestazione Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma la mostra è nata per celebrare la creatività partenopea ,
le case più popolari davano dignità agli "scarti" di produzione ed alle "rimanenze" riuscendo ad esprimere nella totale diversità e nel loro accostamento la massima bellezza,
da qui la voglia di dar voce a tutti quegli artisti non rappresentati dall'attuale sistema dell'arte, dare il là ad un confronto artistico sul piccolo formato 20x20, ma con una rilettura del tutto contemporanea , ed è di queste similitudini che lo scrittore e giornalista Domenico Raio ci parla: "In origine la “riggiola”, anche quando è maiolicata, non è dissimile da un'altra “riggiola” della medesima fattura così come non è diversa una tela bianca da un’altra tela bianca della stessa maglia e della stessa misura. [...]
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